San Pietro e Apostoli

Autore
Ignoto
Datazione
XV sec
Ubicazione
Chiesa di San Pietro –Via San Pietro
Materia
Affresco
Notizie storiche
L’affresco si trova nell’antica Chiesa di San Pietro a diversi metri sotto il pavimento della Chiesa dell’Immacolata.Essa si credeva scomparsa ma fu ritrovata per caso durante i restauri di questa nel 1980. Non sono stati ritrovati documenti che riportino una precisa epoca di costruzione della chiesa, ma si data comunemente al XIV sec. grazie al prezioso ritrovamento del grande affresco presente nell’abside absidale
Misure
H. 197 cm x 250 c.a
Stato di conservazione
Discreto. Si evidenziano patologie come la creazione di muffe che richiedono idonei impianti di areazione
L’affresco originariamente raffigurava il tema iconografico dell’Ascensione infatti la posizione della testa di Pietro ha fatto pensare che sopra gli apostoli potesse esservi disegnato il Cristo Pantocratore nel catino absidale oggi scomparso Lo sconosciuto autore dell’affresco ha curato molto dettagliatamente le espressioni di ogni singolo personaggio e , la sua attenzione per i panneggi e le ricche decorazioni ,ha suggerito che si trattasse anche di un miniatore di filigrane in oro. Le figure non sono indipendenti, ma protagoniste di una unica scena, e vengono legate tramite piccoli espedienti pittorici dei quali i più evidenti sono il ricorso alle mani di alcuni santi appoggiate sulle spalle dei compagni e lo sguardo fisso negli occhi tra i personaggi. A questo grande affresco se ne affianca uno un po’ più piccolo, in parte sopravvissuto al lato sinistro del catino, che rappresentava S. Pietro con un altro santo, non riconoscibile perché acefalo. La pittura è pregiata sia per la qualità dei colori impiegati, in particolare si sono ben conservati i verdi che deperiscono facilmente ma anche per la capacità di rendere la naturalezza del panneggio e il rilievo plastico dei corpi ben proporzionati secondo un linguaggio protorinascimentale . Guardando l’affresco in controluce si può osservare delle particelle luccicanti all’interno dell’intonaco .L’effetto, particolarmente pregiato, serviva a dare luminosità e preziosità all’opera ed era ottenuto con l’inserimento nell’impasto dell’intonaco di una pietra silicea di origine magmatica probabilmente del Vesuvio .I restauratori hanno ritrovato nello scavo questa pietra e l’hanno usata per realizzare le lacune, zone neutre prive di colore, ma raccordate al resto dell’affresco grazie all’omogeneità del brillucichio. Personaggi ed Oggetti: Le figure rappresentano i dodici apostoli. Benché le figure siano incomplete gli elementi superstiti consentono una loro identificazione. La prima figura a sinistra, quasi acefala, è l’apostolo Giacomo Minore con il bastone del fullone, tra le mani ,ovvero l’arnese con il quale Giacomo fu martirizzato La seconda figura è quella dell’apostolo Simone il Cananeo o Zelota mentre la terza appartiene all’apostolo Filippo. Uno spezzone di iscrizione in gotico corsivo “...MASI...” indica che la quarta figura è l’apostolo Tommaso detto anche “Didimo”, cioè gemello. L’apostolo Andrea è il quinto personaggio: con la mano destra stringe la croce portatile latina simbolo del suo martirio. La sesta posizione è occupata, da Pietro e il segno che lo contraddistingue e è rappresentato dalle chiavi strette dalla sua mano destra; con la sinistra, poi, regge, come del resto quasi tutte le figure, il volumem simbolo della sua funzione di apostolato fra le genti. Come settima figura, appare S.Paolo, che con la mano destra regge la spada, con la quale fu martirizzato, e con la sinistra il volumen a simbolizzare il fatto di essere l’autore dell’Epistole. L’ottavo personaggio è l’apostolo ed evangelista Giovanni: indicato con l’iscrizione abbreviata “S. IOHES”. L’apostolo Giacomo Maggiore è invece la nona figura.Decimo personaggio è l’evangelista Matteo: è ancora visibile una parte superstite del suo nome.e anche la penna che, impugnata con la mano sinistra, allude in maniera inequivocabile al suo ruolo di scrittore del primo Vangelo. L’undicesima figura impugna un coltello e perciò si tratta di Bartolomeo. A chiudere la teoria è la dodicesima figura, cioè Giuda Taddeo

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